Inizio e fine

Un anno fa. Oggi iniziavo la chemioterapia. La prima chemio non si scorda mai… per la verità nemmeno le successive, non è che ci si faccia l’abitudine. Quel giorno ero tranquilla e mi ero vestita a festa. Andavo incontro alla vita non alla morte, anche se ogni chemio ti uccide un po’ e gli strascichi me li porto ancora. Ma allora non lo sapevo ed ero fiduciosa.

Nel reparto di Oncologia dell’ospedale Di Venere mi trovavo bene. Fuori, nella sala d’attesa, caldo, gente, confusione, ma una volta varcata la soglia del reparto un’oasi di tranquillità. Un’atmosfera rilassata e famigliare, le infermiere molto brave e molto accoglienti e poi c’era la presenza rassicurante del mio oncologo. Lo avevo conosciuto solo 3 giorni prima e avevo deciso di affidargli la mia vita, senza indugio. Non ho sbagliato perché il dottor Cusmai è una persona splendida e un medico attento e paziente. Non mi stancherò mai dirlo. (Poi quel reparto lo hanno chiuso, lo hanno accorpato insieme ad altri, per creare un unico ospedale oncologico. Non ho le competenze per dire la mia su questa scelta politica ma quel piccolo reparto funzionava molto bene e forse questo conta più di altri ragionamenti. Ma non mi infilo in questo territorio scivoloso.)

E quindi? Perché questo post. Per ricordarmi che tutto inizia e tutto finisce. E che si può trovare il buono e il bello in ogni situazione. Me lo devo ricordare proprio oggi, guardarmi indietro, rendermi conto della strada fatta e di come sono cambiata, di come sono allo stesso tempo più forte e piiù fragile, e dirmi ancora una volta di non scoraggiarmi.
lo faccio anche con il video di questa canzone di Sick Tamburo + 10 che mi ha commosso perché ci ritrovo le mie paure e le mie speranze di allora. Finché il sole si alza non si muore non si muore…

LA FINE DELLA CHEMIO

Festeggeremo la fine della chemio fianco a fianco su quel palco
e starai bene sai e finirà anche il buio tante cose cambieranno
i tuoi capelli lunghi quelli cresceranno di un colore che è un incanto
e se non cresceranno allora sai ti dico allora starai meglio senza
e quando parlerai alla gente girerà la testa alcuni sverranno
e si potrà capire quello che è importante quel che vale veramente
 insieme rideremo e non ricorderemo non ricorderemo niente
ricostruiranno tutto ormai si fa anche quello dopo un sogno che si è infranto

e si potrà capire
e si potrà capire
finché il sole si alza si potrà capire perché
finché il sole si alza non si muore non si muore
finché il sole si alza si potrà capire perché
finché il sole si alza non si muore non si muore

Festeggeremo la fine della chemio fianco a fianco su quel palco
e starai bene sai e finirà anche il buio tante cose cambieranno
e rimarranno i segni ma sembrerai più bella il tuo sorriso ha vinto
e le paure quelle quelle qualche volta quelle ancora torneranno
ma si potrà capire
ma si potrà capire
finché il sole si alza si potrà capire perché
finché il sole si alza non si muore non si muore
finché il sole si alza si potrà capire perché
finché il sole si alza non si muore non si muore

 

Il potere del tempo

Maggio è sempre stato un mese particolare per me, il mese dei fantasmi e delle domande senza risposta. Questo maggio lo è ancora di più perché il ricordo di un anno fa è molto vivo e ogni giorno faccio paragoni (un anno fa non potevo fare questo, un anno fa non pensavo questo, un anno fa non mi sentivo così…) e assaporo ogni attimo perché tutto ha un gusto nuovo. (Eppure un anno fa sono riuscita a gettare qualche seme, seppure con fatica. Uno è questo blog, nato intorno al bando “Una cartolina per Mella” in un momento in cui vedevo tutto nero.)
Il tempo ha assunto una dimensione diversa in questo anno. Ne ho avuto tanto a disposizione ma erano le cure a dettare i ritmi, e sono negli utlimi mesi ho iniziato a dettare io le regole ma i patti sono chiari: non devo strafare. E mi viene facile rispettarli perché tutto è rallentato e io non sono più multitasking. Non riesco più a sovrapporre i pensieri, già faccio fatica a concentrarmi su una cosa per volta, figuriamoci due! perciò se due persone mi parlano contemporaneamente non capisco, abbiate pazienza. È che il mio cervello rifiuta le sovrapposizioni e le complicazioni. Questa roba qui la chiamano “wandering” e pare sia un effetto delle cure necessarie per combattere il cancro, chemioterapia in primis. Ce li dobbiamo tenere insomma, insieme all’insonnia, al mal di testa e ai dolori articolari che invece sono conseguenza del tamoxifene, un regalo per i prossimi 4 anni… E senza nessuna comprensione altrui.

Ma in questo tempo al rallentatore mi ci trovo bene e alla fine sto riuscendo a fare tante cose in queste lunghe giornate. Questa dimensione mi mancherà quando tornerò alla vita a-normale che fanno tutti, in cui è il tempo a comandare. Vedo le persone correre e affannarsi e le sento giustificare questo correre e affannarsi con la mancanza di tempo, con la necessità di fare fare fare. Sono stata anche io così, immagino, ma oggi tutti mi sembrano marziani e vorrei dire Ma perché non ti ascolti? Perché non ti fermi? Dove corri? Perché ti agiti? Perché urli? Spero di conservarlo questo distacco, di non perdere questo sguardo incerto che scopre meraviglie andando piano.

Qualche settimana fa passando davanti a una scuola ho sentito le voci concitate degli alunni e ho visto due docenti dirigersi a passo svelto verso l’ingresso, parlando e gesticolando in maniera frenetica. Mi sono immaginata da settembre e mi sono detta che non sarà facile per me. Permettere al tempo di farla da padrone, di gestire la mia vita dandomi i ritmi della sveglia, dei pasti, del sonno, persino quelli per andare in bagno… No non posso permetterlo, devo trovare il modo per avere il mio giusto spazio altrimenti mi ammalerò di nuovo. In questi mesi la mia creatività è al massimo, ho tanti progetti, non tutti si realizzeranno ma non importa, mi sento viva, ed è stato il tempo, il mio tempo, adeguato al mio ritmo che ha dato la possibilità alla mia fantasia di scatenarsi. Penso all’espressione “corsa contro il tempo” e mi dico che io non voglio andare contro il tempo, ma voglio fare del tempo il mio alleato. Dovrebbe essere così per tutti, ma spesso non ci si pone proprio il problema di come stiamo vivendo.