Alza il sorriso!

Il cuore vede oltre.
Cenni di bene per le donne.
La chiave?
Occuparsi di sé, niente geroglifici.
Un bacio, una carezza
e ancora
aspettano te.
Alza il sorriso!
Gesti che cambiano la vita,
gioielli per l’eredità.

Luciana Pisati

Anima mia

Inauguro questa rubrica con un Caviardage che mi sta molto a cuore. Non solo perchè ha vinto il primo premio in quello che credo sia il primo concorso dedicato a questo genere in Italia, il Premio Found Poetry  Amarganta. Ma perché è un’opera che riesce a esprimere perfettamente il mio stato d’animo del momento ed è in linea con quel dialogo con la mia anima che sto portando avanti da alcuni mesi. Si può leggere come una invocazione o esortazione: Anima mia, immagina, non pensare! Va anche bene letto cambiando l’ordine delle parole: Immagina, anima mia, non pensare! Anzi questa versatilità di lettura che non modifica la sostanza mi è piaciuta fin dlal’inizio. A dire la verità avevo deciso di non partecipare più al concorso, un po’ perchè credevo scadesse a fine luglio e non me la sentivo in quei giorni di scansionare e inviare, un po’  perché mi sembrava troppo semplice e ho pensato che ci saranno sicuramente dei lavori meravigliosi, dove mi presento? Poi ho deciso di inviarlo perchè l’ho ritenuto un lavoro autentico e perchè comunque l’intento del premio, raccogliere fondi per la ricostruzione di Amatrice è nobile. Non avrei mai pensato di vincere. Ma sono contenta perché chi lo ha scelto ha saputo cogliere l’essenza del mio messaggio e anche perchè dimostra che non è necessario essere artisti per fare dei caviardage. Basta essere un po’ poeti e soprattutto lasciar parlare l’anima. Sono felice e orgogliosa anche perché è stata Tina Festa a selezionare il mio lavoro e questo mi conferma che c’è tra noi una “corrispondenza di amorosi sensi”, un comune sentire che rende più leggero il peso della vita. E a proposito di vita. Ho deciso di prendere questo premio come un segno di svolta, finalmente la ruota inizia a girare a mio favore. Ecco le motivazioni del premio:

Il lavoro colpisce per la sua semplicità e purezza, sia del messaggio che della presentazione.
Il testo che ne scaturisce è un distillato poetico nel quale ogni lettore può rispecchiarsi.
Originale, semplice ma di effetto è la cancellazione con linee verticali.
È evidente che il Metodo Caviardage sia stato rispettato pienamente sia nel processo che nella tecnica utilizzata.

Panchine

La scuola è iniziata da alcuni giorni, portandomi una grande malinconia. Perché quest’anno io non sarò in campo ad allenare alla vita le mie alunne e i miei alunni. Sarò in panchina. A guardarli allenarsi. Inizialmente ne ho molto sofferto, sentire nell’aria quell’adrenalina, quella voglia di scendere in campo che contagiava le mie colleghe mi faceva sentire inutile. Avevo tanti progetti per quest’anno scolastico e mi ritrovavo con tante domande e preoccupazioni per il futuro. E soprattutto una grande paura di perdermi qualcosa. Di perdere la mia identità. Poi la scuola è iniziata e io ho capito che non potevo permettere alla malattia di strapparmi anche l’anima, dopo aver intaccato la mia immagine di donna.
Ho iniziato a vedere questa pausa forzata come un’opportunità. E ho capito che un distacco dalle emozioni forti che il mio essere insegnante comporta era necessario. Ho bisogno di tempo da dedicare a me stessa, di ritrovarmi. Se imparo a sfruttare bene questo tempo sarò anche un’insegnante migliore quando tornerò in campo. Per questo vorrei provare a fare una parte di tutte quelle cose a cui da settembre ero costretta a rinunciare, per stanchezza. Senza ansia da prestazione, senza strafare (anche perché le mie risorse fisiche sono comunque limitate) ma con leggerezza. Voglio guardarmi intorno e capire. Corsi di aggiornamento, cinema, teatro e soprattutto tanta poesia. Per iniziare. Ma ciò che è importante è avere uno sguardo nuovo sulle cose e su me stessa. Quest’anno mi ricarico. E quell’agenda dell’insegnante che quando è arrivata mi ha fatto versare una lacrima ho deciso di riempirla con le esperienze di questi mesi perché io resto un’insegnante. Momentaneamente in panchina. Ma ci sono panchine che ti permettono di partecipare alla vita, altre su cui dormire e aspettare che passi l’inverno. Io ho scelto la mia.

La via continua

L’inizio delle vacanze
stavolta è diverso
l’incertezza…
le vacanze finiranno
econ esse l’ultimo giorno
tra i banchi
dove è nata
amicizia
Ma bisbiglia
la via
continua
su per le scale
mentre
giunge
il giorno speciale.

Letizia Giuliani