Darci un taglio

Quando sono entrata di ruolo e diventata ufficialmente insegnante diverse persone mi hanno chiesto (perché ci sono tante persone che sanno sempre cosa è meglio per gli altri?) “Ma ora te la taglierai quella treccina?” Che era come dire ora “Finalmente metterai la testa a posto?” Succede lo stesso quando ti sposi, quando nasce un figlio… sembra che bisogna per forza diventare come tutti. C’è chi interpreta la vita come tappe forzate per arrivare al traguardo dell’omologazione. Per me non è mai stato così. Ed è quello che cerco di insegnare: ognuno ha il suo percorso e non bisogna farsi influenzare dal “così fan tutti”.
Per fortuna non ho ascoltato quelle voci e per tutti sono sempre stata la prof con la treccina. Non mi sembra però che abbia influito negativamente sul mio lavoro, anzi spesso ha creato cortocircuiti di simpatia con gli alunni e pazienza se qualche adulto ha storto il naso, io non sono a scuola per loro.
In ogni caso ieri sera è caduta con onore e un po’ mi mancherà. Otto anni di convivenza non sono pochi.
Quando abbiamo iniziato la nostra avventura insieme non era un bel momento. Non lo è neanche questo. Ma oggi come allora un motivo per andare avanti e sorridere seppure a denti stretti è importante trovarlo. Era il 2009 e due eventi negativi avevano proiettato una lunga ombra sulla mia vita, non pensavo di uscirne. Decisi di tagliarmi i capelli – sembrerà strano ma li portavo piuttosto lunghi – ma all’ultimo momento chiesi alla mia amica parrucchiera di lasciarmi una ciocca e di farmi un treccia. Avevo capito che “darci un taglio” non significa dimenticare. Io volevo ricordare quello che era successo ma lasciarmelo alle spalle e andare avanti. Anche perché nel frattempo la nostra casa aveva aperto le sue porte a una gazzella nera con tante treccine e c’era bisogno di futuro.
Ieri la mia amata treccina è caduta, insieme alle rimanenti ciocche di capelli, sotto le amorevoli mani della stessa amica parrucchiera e davanti agli occhi un po’ lucidi di mia madre. Non sarò più la prof con la treccina, ho dovuto ancora una volta necessariamente darci un taglio, ma rimango me stessa, con tutta la mia capa fresca (letteralmente!).

1 Commento

  1. Letizia

    23 giugno 2017 at 8:48

    Ha ragione, ricordo benissimo la prima volta che, con tutti noi genitori seduti tra i banchi, venuti per dare inizio ad un nuovo percorso, è stata proprio la sua treccina a farsi notare… Era seduta dietro la professoressa di matematica, ha lasciato parlare la sua treccina, ed è stata la prima cosa che abbiamo notato di Lei, persino Carla quando tornò dal suo primo giorno insieme mi disse: Mamma la prof di italiano ha una treccina lunga ❤️… la trecina tornerà, anzi per noi è sempre lì… Perché fa parte del suo essere!

Rispondi a Letizia Annulla